MMA ACADEMY

STAGE KALI ESCRIMA
Centro Sportivo Fuji Yama

Comunicato Stampa
Gallarate, 28/06/2009


Si è svolto con successo lo stage di Kali del maestro Bevilacqua presso il centro sportivo Fuji-Yama di Gallarate,
un breve assaggio dei corsi di kali che sono previsti a partire da settembre 2009 presso lo stesso noto centro. Il
maestro benemerito Armando Santambrogio (7°dan kempo, 6°dan judo) ha con piacere ospitato il seminario del
pluricampione Emilio Bevilacqua (28 medaglie d’oro, 6 titoli mondiali di karate pro), presentando questa disciplina
chiamata Kali nella quale Bevilacqua è promotore da diversi anni. Tra i partecipanti allo stage c’erano atleti della
scuola di judo, karate e nippon-kempo del Fuji-Yama, accompagnati dal maestro Alex Santambrogio (figlio
dell’illustre fondatore del centro), ma c’erano anche alcuni degli istruttori e aspiranti istruttori di kali e jiu-jitsu
appartenenti al team Bevilacqua, di Legnano, Busto Arsizio, Somma Lombardo, Arona, Sesto Calende, etc.

L’ormai quarantenne pluricampione continua a stupirci con le sue performance anche durante stage a tema e
full-immersion di arti marziali, ci stupisce attraverso quella sua accelerazione di movimenti, quel suo equilibrio
sempre costante in ogni azione, ma soprattutto attraverso quella sua incredibile creatività, una capacità del tutto
personale che, attraverso il movimento, tende a migliorare ogni sistema di lotta o disciplina. Emilio Bevilacqua è
un campione dello sport, ma è soprattutto una persona umile che non fa mai pesare le sue doti fuori dal comune,
e quindi con l’esatta consapevolezza delle sue capacità come gli antichi samurai si pone agli altri con umiltà.
Bevilacqua è stato atleta indiscusso del karate professionistico, un grande campione del kumite, è stato istruttore
militare di Lcc (lotta corpo a corpo), ed è un simbolo per molti giovani, oggi è caposcuola dell’accademia nazionale
di arti marziali miste e jiu-jitsu (Kenpo Jutai Academy), nonché maestro di kali filippino e direttore tecnico
nazionale di kenpo per l’Associazione Italiana Kenpo Karate (una carica che dura ormai da sette anni). La prestigiosa
federazione italiana di kenpo (AIKK) la cui sede regionale a Buguggiate (Varese) ha come centro studi la Pro-Patria
Judo di Busto Arsizio sin dal 1995, ha previsto nel suo programma didattico, con la supervisione di autorevoli
maestri internazionali, l’insegnamento di quasi tutti gli stili di kenpo, e nel dettaglio kenpo-karate, Ed Parker
system, ryuto-jitsu di Fumio Nagae, kosho-ryu di James Mitose, gli esclusivi iga-ryu, kure-ryu e shinpo, dei quali si
è fatto promotore in Italia proprio Bevilacqua, ma anche l'ottimo kajukenbo di Adriano Emperado, hapkido coreano,
hara-ho kenpo cinese con 7 forme di tai-chi, kenpo shaolin con la scuola di tang-lang, contemplando l’integrazione di
alcune delle scuole di karate tra le più famose per efficacia e strategia (enshin e igakai), ma soprattutto, la
federazione prevede sostanzialmente la diffusione di quello che è stato il vero pensiero di Ed Parker, promotore
mondiale dell’arte del kenpo, e cioè di un pensiero rivolto ad un metodo, che sia il kenpo-karate o altro, ma un
metodo che sia sempre in continua evoluzione, come prevede l’arte del kenpo sin dalle sue origini, e che risale a
2000 anni fa con il metodo shinpo. La AIKK infine, prevede un orientamento tecnico per il settore difesa personale,
come nei programmi di origine di Ed Parker, e cioè un orientamento rivolto ad una più corretta analisi della difesa
personale secondo le circostanze. Una corretta difesa personale è l’Ultimate self defence (USD) promossa proprio
dall’Associazione Italiana Kenpo Karate a Dublino nel 1997, in cui il programma di difesa personale è gestito da
ju-jitsu, karate e ovviamente kenpo. Il programma USD di ju-jitsu è stato in origine affidato alla persona che,
secondo l’opinione esperta del presidente Ing. Stefano Donati, pareva essere il più autorevole sensei del paese,
e cioè Emilio Bevilacqua, o soke Bevilacqua, il quale diplomatosi nel lontano 1993 a 4°dan attraverso l’Accademia
di Hideo Sato a Osaka, ha sempre mantenuto viva questa sua passione, il ju-jitsu, coltivandola in parallelo a quella
che sappiamo essere la sua brillante attività agonistica col karate tradizionale, col kenpo moderno e, infine, col
karate professionistico (o karate pro) del prof. Grandi della Federazione Italiana Karate Professionisti di Roma.

Quando nel 1996 a Bevilacqua viene conferito il 5°dan dall’Associazione Italiana Ju Jitsu con la nomina a caposcuola
del settore ju-jitsu presso la Pro-patria Judo di Busto Arsizio, il nostro fenomeno continua a promuovere il kenpo
di Ed Parker e il kenpo ryuto-jitsu di Nagae (famoso come kenpo-jujitsu) in tutti i modi possibili, attraverso uscite
televisive e giornali di settore, per mantener fede alla promessa fatta al suo maestro e guida spirituale, shihan
Fumio Nagae (9°dan), onorando gli impegni presi con la International Kenpo Karate Association, con i professori
O’Neal, Tatum e Norton, e indossando ancora e comunque il quarto dan, che a nostro avviso gli stava stretto. Un
anno dopo ancora, Bevilacqua continua a promuovere il kenpo mantenendo fede all’incarico ricevuto con la
nomina a direttore per l’Italia dell’American Kenpo Karate Systems di Jeff Speakman. Solo successivamente,
durante i seminari di kenpo nelle isole Jersey (1998), Bevilacqua matura l’idea di prendere le dovute distanze dalle
nuove, ma vecchie nel pensiero, organizzazioni internazionali di kenpo-karate, e questo accade, suo malgrado,
quando, a seguito di un diverbio tecnico con Edward Downey sulla praticità dei sistemi e sull’utopia e funzionalità
di certe mosse, Bevilacqua si rende pienamente conto che il vero autentico concetto del kenpo forse era morto
proprio con la morte di Ed Parker. Da qui l’idea di disegnare un nuovo simbolo per la sua scuola di kenpo,
il Kenju, un simbolo e un pensiero, il concetto che tutto è relativo nelle arti marziali, completato da
una serie di dieci principi che sono oggi alla base della sua Accademia di arti marziali miste. E in cui emerge
sempre il concetto che non esistono discipline migliori o peggiori, esistono solo uomini migliori e altri peggiori.

Dal 2007 il programma USD della federazione italiana di kenpo-karate ha decisamente fatto un salto
di qualità attraverso un aggiornamento completo del programma di origine, un aggiornamento maturato
nel tempo ed eseguito con genialità dallo stesso Bevilacqua, il quale ha saputo rendere esclusivo tutto il
sistema di kenpo e il sistema di difesa personale USD. Il programma è stato integrato dal miglior Kali,
e battezzato da Bevilacqua con il nome di KUSD, una codificazione durata un intero anno di analisi e
studi con il raffronto al suo vecchio modello che risale al 1993, un programma proposto in Marina per
migliorare i già esistenti sistemi Lcc (lotta corpo a corpo), sistemi che prevedevano una sorta di ju-jitsu
militare (o close-combat) con integrazioni di combattimento derivanti da tecniche filippine (kali) e
israeliane (krav-maga). Il suo vecchio modello era stato preso in considerazione dai militari, codificato
con la sigla USDK, united special double K, e in seguito utilizzato per l'addestramento al corpo a corpo.
In quel periodo il sottufficiale istruttore militare Bevilacqua aveva redatto quel modello con coscienza di
causa, proponendo una fusion di kali-combat e krav-maga conditi dal suo personalissimo concetto di
continuità e movimento. Oggi la stessa sigla può essere tranquillamente tradotta come KUSD, e
cioè kali ultimate self defence, o se si preferisce, in ricordo dei suoi trascorsi, united special double K.
Ma adesso questo suo innovativo metodo di lotta contempla tecniche di jutai che vanno ad integrare
un approccio al ju-jitsu militare sicuramente più completo, aggiornando il modello proposto nel 1993.

Il KUSD è un mix risolutivo, come il kali più estremo (kali-combat), e unisce i diversi
pensieri e le tecniche oggettivamente più affidabili delle migliori scuole di arti marziali e
difesa personale, un cocktail funzionale al massimo di facile apprendimento, scaturito dalla
mente e dall’esperienza militare, marziale e sportiva di un grande campione e maestro.

Bevilacqua con alle spalle un record di oltre 300 kumite vinti, nonostante le ultime news, promozioni e
onorificenze, pare tenere i piedi sempre per terra, e con una forma fisica eccellente pare dedicarsi con
impegno e solidarietà alla promozione dell’arte marziale più nobile, ad esempio attraverso iniziative come
il karate dei "Power Rangers" curando l’aspetto più educativo delle arti marziali, promuovendo judo e
karate con l'umiltà che lo distingue; ma pare anche dedicarsi alla diffusione di una sana idea alla difesa
personale, una difesa personale reale, attraverso attività di stage antiaggressione femminile (Sdf) presso i
migliori centri fitness, attraverso l'insegnamento del kali filippino o affiancando seminari di kali-combat,
come anche attraverso la promozione delle arti marziali miste tramite la sua grande esperienza nel settore.

Il maestro Santambrogio, autorevole simbolo del judo con la Fijlkam, si è dichiarato positivamente colpito
da Bevilacqua, cosa che, visto la marzialità e autorevolezza del personaggio, pare non accada molto spesso,
ed ha gratificato il campione attraverso complimenti per le doti comunicative, per la professionalità e per
le capacità tecniche: perchè insegnare eccellenti performance di escrima e arnis, restare umile e simpatico al
contempo, regalare emozioni con estro durante uno stage didattico di Kali primo livello non è cosa semplice.

Il fenomeno Bevilacqua è stato accolto dalla famiglia del Fuji-Yama con stima, una stima reciproca,
ed ha dimostrato una genuinità che, ai tempi nostri, un grande campione è difficile che dimostri.

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